giovedì 19 settembre 2013

Raccontiamo le fiabe...il loro potenziale è enorme!

Cari lettori;
Vediamo ora perchè è tanto importante una fiaba per il bambino:

  • Come le fantasie, la storia inizia in maniera realistica: una madre dice di andare dalla nonna (Cappuccetto Rosso), una famiglia povera (Hans e Gretel) ed il bambino è stimolato da queste situazioni, ricercando quella che maggiormente si avvicina a lui, comprendendo il perché accadono alcune cose e come risolverle. 

  • Allo stesso tempo la storia non parte dalla realtà fisica del bambino (sedere in mezzo alla cenere come Cenerentola o rimanere nel bosco come Hans e Gretel) perché sarebbe insopportabile e la fiaba ha al contrario la funzione di confortare. 

  • Tutti vissero felici e contenti, gran parte delle favole ha questa frase nella loro conclusione, un happy end, il lieto fine per dimostrare che il bene trionfa sul male. Segue, o a volte anticipa di qualche riga, la morale della favola che altro non è che l’insegnamento che le vicende narrate e gli accadimenti di cui sono stati protagonisti i personaggi deve portare a chi legge.

  • La fiaba infatti aiuta il bambino nello sviluppo di una propria identità, suggerendone i passaggi fondamentali. In linea generale il messaggio che trasmette è che la vita è gratificante, sebbene gli ostacoli siano tanti, ma importante è superarli. 

  • La possibilità di due personaggi opposti nella fiaba (buoni e cattivi) permette al bambino da un lato di conservare l’immagine di una madre buona anche  se in realtà non lo è e dall’altro, di non alienarsi dalle sue grazie, madre non matrigna.

  • Dopo i cinque anni le fiabe diventano importantissime. L'utilità per il bambino nell'ascoltare fiabe coinvolge vari aspetti: intellettivo, relazionale e morale. Il bambino prova piacere ad ascoltare la voce dell'adulto ed inoltre, facendo parlare i sentimenti, viene interrotta la rigidità generazionale. Per ciò che concerne l'etica, a 6-7 anni si inizia a strutturare il Super-Io. Il portatore della morale è il protagonista della fiaba con il quale il bambino si identifica. 

  • Le fiabe rispecchiano l'immagine interiore che il bambino ha di se stesso, cosi ora emerge l'ansia dell'abbandono (Hansel e Gretel) o il complesso edipico (Biancaneve) o la rivalità fraterna (Cenerentola). 
 
  • Ascoltando il racconto di una fiaba, si  contribuisce a sviluppare nel bambino la capacità di ascoltare l’altro nella vita di tutti i giorni. Come possiamo raccontare una fiaba in modo che essa risulti "utile" per lo sviluppo del bambino? Bettheleim consiglia di raccontarla più che leggerla, affermando che le storie illustrate  lasciano poco spazio all’immaginazione del bambino su come egli stesso possa rappresentarsi il racconto ascoltato. Pensiamo ad esempio ai diversi modi con cui può essere immaginato un lupo… 

  • Allo stesso tempo per raccontare senza leggere, anche l’adulto deve utilizzare la fantasia, lasciarsi trasportare, trasmettendo al bambino l’empatia e il sentirsi coinvolto.

martedì 17 settembre 2013

Cenerentola: dalle origini alla Disney


La storia di Cenerentola ha origini molto antiche...

Si ritiene che esistano numerossisime versioni della fiaba, addirittura più di seicento!!
Pensate che la versione più antica viene dalla Cina e risale al IX secolo; ma già Erodoto narrava di una bella schiava di nome Rodopi...



L'inizio della carriera europea della fiaba si ha però nel 1697 con Charles Perrault. E' grazie a questo autore che la fiaba ci è pervenuta con i seguenti elementi:
  • la trasformazione magica della zucca in carrozza e dei topi e delle lucertole in cavalli;
  • la rottura dell'incantesimo a mezzanotte e il conseguente obbligo di tornare dal ballo entro quell'ora;
  • il famoso dettaglio delle scarpette di vetro.
 Il messaggio ultimo della storia è però amaro e addirittura cinico: nella seconda morale posta alla fine del testo, Perrault dichiara, con una brutale sincerità, che la bellezza e altre virtù e pregi personali non valgono niente senza l’intercessione di amici altolocati (incarnati qui dalla fata madrina).




 
Nel 1812 ecco comparire la fiaba dei fratelli Grimm in una versione notevolmente più cupa e perturbante. Nel racconto dei Grimm, vi sono elementi differenti rispetto a quella di Perrault:
  • la protagonista viene aiutata da un albero magico cresciuto da un rametto piantato dalla fanciulla sulla tomba della madre e innaffiato con le sue lacrime (è proprio questo che le regala i bei vestiti);
  • l’automutilazione delle sorellastre che per far calzare la scarpetta si tagliano una il tallone, l’altra un dito; 
  • la punizione finale che tocca alle sorellastre, a cui le colombe cavano gli occhi durante le nozze della protagonista (spesso cancellato nelle ristampe e nelle traduzioni). 





La versione principale della fiaba che si è imposta all’immaginario collettivo, è quella del film Disney del 1950. Anche se la trama è basata sul testo di Perrault, il cartone animato propone una Cenerentola profondamente americana, una dolce fanciulla bionda e una perfetta housewife che corrisponde all’ideale femminile promosso in America nei primi anni postbellici. 



Ma perchè il nome "Cenerentola"?
Il nome indica una persona che si è inaspettatamente e completamente riscattata da una vita misera o modesta.
E' proprio ciò che succede alla protagonista: dall'iniziale situazione di povertà, umiliazione, sfruttamento, riuscirà a trovare l'amore e sposare il tanto desiderato principe del regno, diventando lei stessa regina; si passa ad il tipico finale delle fiaba "..E vissero tutti felici e contenti."
 

lunedì 16 settembre 2013

Hansel e Gretel, I Fratelli Grimm


HANSEL E GRETEL: SALVATORI DI SE' STESSI


Solitamente nelle fiabe, quando il protagonista, in questo caso, i protagonisti si trovano in difficoltà, ecco comparire una sorta di personaggio salvifico, il quale contribuisce a portare alla fatidica frase finale del "....E vissero tutti felici e contenti."

In questa fiaba invece i salvatori coincidono proprio con gli stessi protagonisti: Hansel e Gretel.
Fretello e sorellina riusciranno infatti ad ingannare la strega che li tiene prigionieri, a ritrovare la strada di casa e, grazie all'astuzia, a ribaltare la situazione iniziale di povertà in cui vivevano, portando al padre perle e monete rubate nella dimora della strega malefica.




IL PADRE:
Viene considerato un personaggio al limite dello squallore in quanto genitore passivo e "assente" (sottomesso al volere della moglie); nonostante egli adori i propri figli, non esita ad abbandonarli nel bosco.

LA MADRE:
Figura un pò ambigua, ma sicuramente connotata come personaggio cattivo, al pari della strega.
Entrambe faranno infatti una brutta fine, dando così sollievo ai piccoli lettori.

GRETEL:
E' una bambina piccola e spaventata che riversa nel fratello tutte le sue paure.
Inizialmente sembra essere quasi succube del fratello, che la consola e la protegge.
Giunti quasi alla fine della storia ecco che ella acquista fiducia in sè stessa, uccide la strega gettandola nel fuoco, e libera il fratello.
Il percorso di crescita in Gretel si compie grazie all'amore per il fratello, proprio quando capisce che il fratello morirà se lei non fa qualcosa.

HANSEL:
Hansel pur essendo ancora un bambino, si comporta da genitore affettivo e protettivo nei confronti della sorellina; assume un ruolo quasi iperprotettivo perchè le impedisce di assumere un ruolo più attivo.
Di fronte ad un padre così poco autorevole, non è difficile capire come Hansel assuma questa posizione neiconfronti di Gretel.
Hansel è già un personaggio "maturo" all'inizio della storia, ma si trova impaurito nel momento in cui si deve momentaneamente dividere dalla sorella (l'attraversamento del fiume con l'anatra), in cui è proprio lei a dir che non è possibile.
Ad entrambi in questo modo viene data l'occasione di essere indipendenti.

domenica 15 settembre 2013

La fiaba e la sua stuttura

Analisi della fiaba secondo Propp:
I personaggi fondamentali sono:
  1. L’antagonista: colui che lotta contro l’eroe.
  2. Il mandante: il personaggio che esplicita la mancanza e manda via l’eroe.
  3. L’aiutante (magico): la persona che aiuta l’eroe nella sua ricerca.
  4. La principessa od il premio: l’eroe si rende degno di lei nel corso della storia, ma è impossibilitato a sposarla per via di una serie di ingiustizie, generalmente causate dall’antagonista. Il viaggio dell’eroe spesso termina quando riesce finalmente a sposare la principessa, sconfiggendo il nemico.
  5. Il padre di lei: colui che fornisce gli incarichi all’eroe, identifica il falso eroe e celebra poi il matrimonio. Propp ha notato che per quanto riguarda la loro funzione, la principessa ed il padre spesso non sono chiaramente distinguibili.
  6. Il donatore: il personaggio che prepara l’eroe o gli fornisce l’oggetto magico.
  7. L’eroe o la vittima/il ricercatore: colui che reagisce al donatore, sposa la principessa.
  8. Il falso eroe: la persona che si prende il merito delle azioni dell’eroe o cerca di sposare la principessa.


Lo schema generale di una fiaba è il seguente:
  1. Equilibrio iniziale (esordio);
  2. Rottura dell'equilibrio iniziale (movente o complicazione);
  3. Peripezie dell'eroe;
  4. Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).
 
La "terza fase" dello schema proposto è quella più importante, ovvero quella da cui si possono trarre insegnamenti. 
Sarà dunque importante raccontare la fiaba così com'è, senza aver paura di spaventare il proprio figlio narrando di personaggi tenebrosi o temi macabri...
Ogni fiaba contiene in sè un tesoro, che i più piccoli devono aver l'opportunità di scovare e comprendere!
 
 

venerdì 13 settembre 2013

Temi delle fiabe


ALCUNI DEI TEMI.....


 Uno dei temi molto spesso presenti nella fiaba è il tema del Viaggio:  
I temi della partenza, del viaggio alla scoperta di un luogo lontano, del superamento di un ostacolo e del ritorno rappresentano il brodo primordiale, in cui attingono tutti i narratori di fiabe.
Il viaggio rappresenta un percorso di crescita, di maturazione, attraverso esso si avvia un percorso di conoscenza di sè stesso (mi riferisco ovviamente al protagonista), che a conclusione porterà i suoi frutti, frutti che, senza l'aiuto di un aiutante sarebbero rimasti acerbi.
Il bosco è un luogo molto caro alle fiabe, in esso i personaggi si perdono, trovano sè stessi, combattono, trovano l'amore, ecc. 

Altro tema ampiamente presente è  il tema della Magia:
Spesso e volentieri i nostri protagonisti si trovano a contatto con figure misteriose e magiche; ma non sempre le cose vanno per il verso giusto fra incantesi e pozioni....
Questo perchè, si, da una parte la magia può aiutare i nostri personaggi, ma questo non basta!
"L'eroe/eroina dovrà far leva sulle proprie capacità e tirar fuori il proprio coraggio per superare tutte le prove e i pericoli, proprio per il fatto che deve esservi un'insegnamento.


Il tema della lotta fra Bene e Male è onnipresente: 
I personaggi delle fiabe sono sempre ben distinti, vi sono i cattivi e i buoni.
I bambini non avranno grandi difficoltà a capire a quale gruppo appartengono perchè i disegnatori eseguono bellissime caricature che evidenziano le qualità di ciasuno.
Questi personaggi aiuteranno il bambino a prendere una posizione a favore di alcuni e contro altri, in base ai comportamenti messi in atto da uno o dall'altro.

 

Cappuccetto Rosso, I Fratelli Grimm

CAPPUCCETTO ROSSO


Inizio col dire che questa è una fiaba che si presenta sotto diverse letture e ha diversi significati.
Quello che io prediligo è quello della corrente cui sta a capo Vladimir Propp (scrittore del libro Morfologia della fiba, vero e proprio studio dell'analisi delle fiabe)
Questa lettura propone una visione di Cappuccetto rosso come allegoria di riti di passaggio adolescenziali.       La partenza di Cappuccetto rosso dalla sua casa rappresenta un rito di separazione dalla famiglia, la permanenza nel bosco è un periodo di passaggio in cui lei dovrà confrontarsi con i "pericoli", il momento in cui viene divorata dal lupo nella casa della nonna invece simboleggia una prova d‘iniziazione nel mondo degli adulti e il suo salvataggio dalla pancia del lupo la rinascita e l’ammissione nella società degli adulti.

Secondo questa corrente di pensiero, il lupo raffigura chiaramente una potenza malvagia, il cui scopo è deviare la bambina dal suo percorso di crescita, facendo in modo che Cappuccetto rosso prolunghi il più possibile il soggiorno nell’infanzia, costringendola ad una condizione di perpetua staticità. In, seguito Cappuccetto rosso incontra il lupo che ha ormai divorato la nonna. Questo momento rappresenta l’emergere della consapevolezza: la bambina comprende che per crescere deve affrontare gli eventi negativi che le si presentano e superare i propri limiti. 
 

giovedì 12 settembre 2013

I tre porcellini, Jacobs Joseph



 La fiaba della crescita e del progresso:

Ebbene si... Questa fiaba affronta il tema della crescita.
I tre porcellini sono la rappresentazione del bambino che cresce, imparando ad ogni stadio un comportamento nuovo, passando attraverso gli errori e le brutte esperienze.

Sulla sinistra abbiamo il primo porcellino: è ancora un bimbo che preferisce il gioco al lavoro, lui infatti si costruisce una casetta con la paglia che, al primo soffio verrà distrutta dal lupo cattivo.Al centro abbiamoil secondo porcellino e la sua casette di legno: l'impegno quì è stato sicuramente maggiore rispetto al fratellino, ma non ancora sufficiente perchè anche questa casa verrà spazzata via dal soffio del lupo. Ci troviamo indicativamente "nell'età di mezzo".A destra abbiamo invece un uomo saggio e maturo, personificato dal porcellino con la casetta di mattoni. Grazie al duro lavoro è stato in grado di costruire una casetta resistente e solida che il lupo non riuscirà a soffiare via!